Mori (TN), Trentino Alto Adige (IT)
La cantina ipogea è posizionata seguendo il dislivello naturale delle colline e delle montagne della Val Lagarina, per rispettare il vincolo paesaggistico che caratterizza l’area. La forma e posizione, oltre a rispettare l’ambiente e il paesaggio, consente l’ottimizzazione delle problematiche energetiche e l’attuazione del ciclo produttivo per caduta: il conferimento delle uve avviene nella parte alta del lotto e le successive fasi di lavorazione si sviluppano a cascata. La natura stessa diviene architettura, attraverso il reimpianto del vigneto sulla copertura e l’utilizzo del tetto giardino per il volume degli uffici.
Le funzioni sono organizzate attorno a una grande piazza interrata mentre l’unico volume fuori terra è destinato agli uffici, allo spazio di ristorazione a all’alloggio del custode.
Il complesso è alimentato da fonti energetiche rinnovabili, quali il fotovoltaico e la geotermia. L’impianto fotovoltaico è collocato sulla pensilina di conferimento e di lavorazione dell’uva, secondo un’inclinazione che segue la forma della montagna retrostante e non risulta visibile da camminate naturalistiche e percorsi percorribili dalla persone. Sono stati selezionati pannelli policristallini per massimizzare la produzione. L’impianto è stato dimensionato per coprire i normali consumi di utilizzo della cantina, non per il periodo di picco legato alla vendemmia (questo per rispettare l’integrazione del sistema nell’ambiente naturale).
La cantina è dotata anche di un complesso sistema di utilizzo razionale dell’acqua che ha permesso una riduzione di consumi del 70%, l’acqua calda e fredda è assicurata gratuitamente da dodici sonde geotermiche. È in funzione uno specifico impianto di potabilizzazione, che consente di diminuire il prelievo dell’acquedotto.
Foto di Elena Lucchi